Deliberazione della Giunta Regionale n. 464 del 02 maggio 2025
Approvazione del documento "Radon Indoor - Prima individuazione delle aree prioritarie in Veneto", ai sensi dell'art. 11, comma 3 del D.Lgs. 31 luglio 2020, n. 101 e istituzione di un Gruppo di coordinamento.
Novità
La Regione Veneto ha approvato il documento “Radon Indoor – Prima individuazione delle aree prioritarie in Veneto” che individua le aree nelle quali la concentrazione media annua di radon in aria è superiore al livello di riferimento in un numero significativo di edifici, ai sensi dell’art. 11, comma 3 del D.Lgs. 31 luglio 2020, n. 101. Si istituisce, inoltre, un Gruppo di coordinamento per le attività previste dal Piano Nazionale d’Azione per il Radon (PNAR) 2023-2032, approvato con DPCM 11 gennaio 2024.
L’obiettivo è proteggere la salute della popolazione, riducendo l’esposizione a lungo termine a un agente cancerogeno che, pur essendo invisibile e inodore, può rappresentare un serio pericolo.
Allegato A
L’Allegato A è il documento tecnico “Radon Indoor – Prima individuazione delle aree prioritarie in Veneto”.
Contiene:
- la descrizione delle metodologie utilizzate da ARPAV per analizzare le misurazioni di radon eseguite dal 1989 in poi;
- i criteri di individuazione delle aree prioritarie, basati sulla percentuale di edifici che superano i 300 Bq/m³ di concentrazione annua;
- i dati e i risultati che hanno portato alla definizione delle aree prioritarie.
Allegato B
L’Allegato B è l’elenco dei 21 Comuni veneti identificati come “aree prioritarie”, ossia aree in cui almeno il 15% degli edifici supera i 300 Bq/m³ di concentrazione di radon ai sensi dell’art. 11, comma 3 del D.Lgs. 101/2020. Questi Comuni si trovano in aree già note per livelli elevati di radon (come già indicato nella DGR n. 79/2002) e sono quindi soggetti a obblighi specifici di monitoraggio e prevenzione del radon indoor.
Obblighi
Una volta individuate queste aree – nel caso del Veneto si tratta di 21 Comuni – scattano obblighi specifici sia per i cittadini che per i datori di lavoro. In particolare, è necessario verificare la concentrazione di radon negli ambienti chiusi, attraverso misurazioni effettuate con strumenti adeguati. Il valore di riferimento da non superare, secondo la normativa vigente, è di 300 Bq/m³ per le abitazioni già esistenti e per i luoghi di lavoro. Per le abitazioni costruite a partire dal 1° gennaio 2025, il limite è più stringente: 200 Bq/m³.
Nel caso in cui le misurazioni superino questi limiti, è obbligatorio adottare interventi correttivi o misure di mitigazione, che possono consistere in soluzioni tecniche come l’aumento della ventilazione, l’isolamento del piano terra dal suolo o l’installazione di sistemi di aspirazione del gas.